TESTI DELLA CANTATA PARTIGIANA DEL 25LUGLIO A PORTE
E DELLA COMMEMORAZIONE DELL’ECCIDIO DI PIAZZALE LORETO
TESTI DELLA CANTATA PARTIGIANA DEL 25LUGLIO A PORTE
E DELLA COMMEMORAZIONE DELL’ECCIDIO DI PIAZZALE LORETO
a storia e‘ andata cosi’, la vita anche.
Mutare il ribrezzo in lucidita‘, la speranza in certezza. E in impazienza.
Franco Fortini
Le motivazioni per la massima decorazione avuta dal combattente partigiano
«Valoroso combattente
garibaldino, lottò strenuamente in Spagna per la causa della libertà e
della democrazia riportando tre gravi ferite. Il movimento di
ribellione alla tirannide nazi-fascista lo trovò ancora, ardito ed
instancabile partigiano, alla testa dei Gap, al suo posto di lotta e di
onore.
Tra innumerevoli rischi, alla testa dei suoi valorosi G.A.P.
organizzava e conduceva audacissime azioni armate, facendo sempre
rifulgere il valore personale e l’epica virtù dell’italica gente.
Ferito ad una gamba in un’audace e rischiosa impresa contro la radio
trasmittente di Torino fortemente guardata da reparti tedeschi e
fascisti, riusciva miracolosamente a sfuggire alla cattura portando in
salvo un compagno gravemente ferito e dal martirio delle carni
straziate e dal sacrificio dei molti compagni caduti, seppe trarre
nuova e maggiore forza combattiva, mantenendo pura e intatta la fede
giurata.
In pieno giorno nel cuore della città di Torino affrontava da solo due
ufficiali tedeschi e dopo averli abbattuti a colpi di pistola, ne
uccideva altri due accorsi in aiuto dei primi e sopraffatto e caduto a
terra fronteggiava coraggiosamente un gruppo di nazifascisti che apriva
intenso fuoco contro di lui, riuscendo a porsi in salvo incolume.
I suoi numerosi sabotaggi, gli arditi e decisi attacchi alle caserme ed
ai comandi nemici, furono sempre fulgida gloria per il movimento di
rinascita nazionale e per la Italia tutta.
Noncurante delle fatiche e dei disagi, inaccessibile allo
scoraggiamento, infondeva sempre ardore ed entusiasmo in quanti lo
seguirono nella dura ma radiosa via della libertà. Organizzatore
eccezionale ed eroico combattente, dotato di irresistibile leggendario
coraggio conquistò con il suo valore un luminoso primato alla gloria
delle formazioni garibaldine e alla storia immortale della Patria».
Cantata Popolare
Sabato 18 Luglio ORe 21.30
Presso la casa del popolo di montaretto:
Via del campo, 19011 Montaretto – Bonassola (SP)
Il racconto di come è nata la
Casa del Popolo di Montaretto
dal 196o ad oggi
Da
un pomeriggio con Pippo, il racconto di come è nata la Casa Del Popolo:
“…Nacque nel dopo guerra, l’idea di 12 compagni del borgo di costruire
un posto dove tutti i giovani e meno giovani potessero finalmente
ballare e fare feste, ma anche dove si potesse leggere e commentare
l’Unità, dove poter discutere di quello che avviene nel mondo. I soldi
mancavano, ma soprattutto mancava un terreno su cui costruire un luogo,
UNA CASA DEL POPOLO che potesse essere usufruibile dalla popolazione
intera. Così, un giorno, venuti a sapere che un signore, non proprio
Compagno, vendeva i suoi terreni, l’abbiamo acquistato per £ 700.000
però a nome di un singolo, proprio per evitare che il venditore ci
rifiutasse l’acquisto per ragioni politiche. Ce la facemmo. Nel 1960 il terreno dove sorge la Casa Del Popolo fu nostro. Girammo subito la proprietà al Partito Comunista Italiano della Provincia. L’ingegnere Pessini ci fece il progetto gratis. Il
1° Maggio del 1962 si fece la festa in piazza per raccogliere i primi
soldi di avvio lavori e, nel 1963 i pensionati di Montaretto
costruirono le fondamenta. I soldi raccolti dalle feste
(dell’Unità e 1° Maggio) non potevano bastare e così si decise di
chiedere porta a porta un contributo a tutti gli abitanti del Paese.
Chi aderì, ogni fine mese diede un contributo economico fino alla fine
dei lavori… che riuscimmo a terminare nel 1968. In
quell’anno facemmo la prima mangiata nelle cucine della Casa Del
Popolo, perché così si doveva chiamare un posto costruito dal Popolo e
per il Popolo!!!…” Alcuni Compagni guardando la Casa dissero: “La Casa
Del Popolo è fatta, ma è vuota e fredda bisogna riempirla e scaldarla…”
E così, nel 1970 nacque lo spaccio (ora negozio di alimentari) e il Circolo Arci
raccogliendo 100 firme per avere l’affiliazione e, senza il quale,
sarebbe stato impossibile organizzare feste e iniziative pubbliche. Nei
5 anni di duro lavoro le feste si facevano già nei cantieri e, tutti i
soldi ricavati sono sempre stati spesi per migliorare la struttura…
Ancora oggi si continua a costruire e a rendere sempre più “bella” ed
efficiente la Caddu: gli ultimi lavori sono stati fatti negli anni 80
con la creazione di due cucine complete, una parte dove si può giocare
a biliardo, guardare la televisione, lavorare al computer e consultare
internet. Tutto questo è stato possibile grazie al duro lavoro
volontario dei Compagni.
Cantiamo in una piazza milanese.
Non
c’è nessuna festa, non c’è nessuna sagra;
c’è la voglia di mettere
insieme e di stare insieme alle persone e c’è la voglia, il bisogno, di
fermare razzismo e intolleranza a favore dell’integrazione e della
multiculturalità.
Domenica 12 luglio dalle ore 17.00 animiamo di nuovo piazza schiavone
("di nuovo" perchè l’abbiamo già fatto poco meno di un mese fa e vogliamo dare continuità all’evento) con canti, musica, baratto, ciclofficina, danze, giochi per bambini e aperitivo.
avete voglia di esserci?
A parte la voce per cantare che ce la portiamo sempre appresso, è
possibile portare abiti per il baratto e contributi liquidi e/o solidi
per l’aperitivo in piazza.
speriamo davvero di essere in tanti/e.
Come NON cantare mai maremma… Le voci di dietro inscenano
volontariamente alle ore 2:00 AM sulle sponde di un lago in prossimità
di Vogogna Una rappresentazione didattica su tutti gli errori che è
possibile commettere durante un canto.Tra ricerche di note deliranti solfeggi imbarazzati… Il tutto inserito in una magnifica cornice naturale che non si vede…
3 Luglio Addì del nostro signore,
Con automobili, Lambrette, buoi ed anche si vocifera un asino volante, le Voci Di Dietro si mettono in viaggio direzione Verbania, destinazione Pallanza, Villa Olimpia per una cantata. I più scaltri Decidono di tirare dritto sino a Vogogna 30km oltre la destinazione, bramosi di fare un aperitivo in compagnia del pompiere di Vogogna, figura mitologica di cui potrete trovare descrizione circostanziata su wikipedia, salvo poi dover tornare indietro. Altri ancora giunti nel parcheggio di villa olimpia colti dalla "sindrome dei diari della motocicletta" non riuscendosi a far ragione che il viaggio fosse finito decidono di ripartire in cerca di qualcosa di non meglio precisato salvo poi tornare alla meta precedente, altri ancora probabilmente sabotati da una manovra sotto copertura dei servizi di intelligence del coro di Micene sono costretti ad abbandonare la loro automobile ormai inutilizzabile in autostrada e raggiungere la villa Olimpia a dorso di mulo (ndr. Mulo non Volante).
Ore 21.00 Cena Frugale ore 22.00 In scena…
Ore 23.00
Le voci di dietro Fanno ricreazione:
Ore 1.30 AM dopo tanti sospiratati tentativi Di ricevere un Foglio di Via da Pallanza raggiungiamo l’obiettivo, Veniamo allontanati con sguardi truci dai gestori del circolo di via Madonnina sulle note di altrettanto truci stornelli anticlericali, scartata la proposta di spostarci in massa con buttiglioni al seguito sul sagrato della chiesa onde evitare linciaggio popolare, ci spostiamo sul lago dove dove decidiamo di dar via al:
COMPENDIO DI NON CANTO POPOLARE… ma questa è un’altra storia segui il link se sei interessato/a…
Addì 4 luglio del nostro signore: VOX SANA IN CORPORE SANO…
Le voci di dietro si rifocillano sulle rive del lago.
La storia del Rifugio Partigiano della Malga Lunga è legata alla
tragedia del 17 novembre del 1944, quando alcuni reparti della
Tagliamento riuscirono a catturare parte della squadra di Giorgio
Paglia, ufficiale della 53ª Brigata Garibaldi. A causa dell’agguato,
avvenuto verso mezzogiorno alla Malga Lunga, Paglia e compagni furono
costretti alla resa. Due di loro vennero uccisi a pugnalate sul posto.
Gli altri furono fucilati il 21 novembre 1944 al cimitero di Costa
Volpino. Giorgio Paglia, che pure poteva aver salva la vita perché
figlio di una medaglia d’oro al valor militare, rifiutò la grazia e
morì coi compagni.
http://www.youtube.com/watch?v=MUjp3B-3dAY